
COSCIENZA e BIOCENTRISMO
La morte non esisterebbe
la fisica quantistica lo dimostra?
Il Novecento è stato il secolo
della fisica. Le scoperte sull'atomo, le sue particelle e l'architettura del
cosmo hanno prodotto la nostra concezione di universo e tutta la tecnologia che
plasma la vita quotidiana. Eppure, proprio la fisica non è stata capace, e non
lo è ancora, di rispondere alle antichissime domande dell'uomo, invocando come
risolutiva quella teoria del tutto che ha a lungo inseguito e mai raggiunto. Che
cosa c'era prima del Big Bang? Perché l'universo sembra costruito perfettamente
su misura per l'uomo? E se chiudiamo gli occhi, l'universo esiste ancora?
Esistono lo spazio e il tempo? Che cosa succede dopo la morte? "Biocentrismo"
accoglie queste domande in una prospettiva inedita e affida alla biologia
l'onere di far progredire le risposte: ciò che percepiamo come realtà non è che
un prodotto della coscienza, scoperte scientifiche incluse. È la creatura
biologica a modellare il racconto. Soltanto quando la materia diviene cosciente
di sé e comincia a osservare l'esistente, l'universo intero muta la propria
natura dallo stato indeterminato di probabilità - così come definito dalla
teoria quantistica - a quello di misteriosa, concreta presenza: a partire dal
fotone, dal petalo di una margherita, dal vento, per arrivare alle nebulose più
remote.
Il celebre ingegnere e fisico Nikola Tesla
(1856-1943) ebbe a dire: "Se vuoi
trovare i segreti dell'Universo devi pensare in termini di energia,
frequenze e vibrazioni." Più ci
inoltriamo nel 21° secolo, più le parole profetiche di Tesla assumono un
senso compiuto nella grande sfida della scienza odierna:
comprendere il funzionamento della Coscienza.
Nulla è più scientificamente misurabile della morte - la differenza tra
un essere umano defunto ed uno vivente è verificabile proprio come ogni
altro fenomeno appartenente all'Universo. Eppure tale concezione dipende
dalla definizione convenzionale e dalla comune percezione di cosa sia la
morte. Ecco un concetto esemplificativo: un'emittente radiofonica resta in
funzione per decenni fino a quando non cessa ogni attività nell'anno 1988.
Nel giro di pochi giorni la stazione chiude i battenti, i suoi dipendenti
vengono licenziati e l'edificio demolito e trasformato in un parcheggio. La
stazione radio cessa di esistere come una cosa fisica, tuttavia i suoi
segnali radio - trasmessi per decenni - vivranno per sempre,
continuando il loro viaggio verso i più remoti angoli dello spazio, dove un
giorno rivivranno: saranno ascoltati ancora una volta da un'altra civiltà.
La Teoria di Robert Lanza
Il corpo umano
funziona allo stesso modo di quella radio. I nostri corpi fisici vengono
demoliti, tuttavia la nostra coscienza (anima) continua a vivere.
Uno dei più brillanti scienziati che
attualmente sta studiando tale teoria è il dottor
Robert Lanza, definito dal
New York Times " il terzo più importante scienziato vivente." Nel suo
libro intitolato: Biocentrismo: La Vita e la
Coscienza Come Chiavi per Comprendere la Natura dello Universo,
Lanza spiega che portiamo con noi il tempo e lo spazio proprio come per un
certo periodo portiamo con noi i corpi fisici, e come le tartarughe portano
addosso i gusci. Una volta che i nostri 'gusci' si staccano, la nostra
coscienza ritorna all'Universo.
Scrive John
Assaroff:
"Lanza ritiene fondata la teoria della
coesistenza di universi multipli. In un universo il corpo può essere
defunto, mentre in un ulteriore universo parallelo continuare a
esistere, assorbendo la coscienza che migra in esso. Ciò significa che
una persona morta, dopo il viaggio attraverso il famoso tunnel finisce
non all'inferno o in paradiso, ma in
un mondo simile a quello in cui ha appena
vissuto. E così via, all'infinito, in una sorta di struttura a scatole
cinesi cosmica."
Il prof.
Stuart Hameroff
insegna presso l'Università dell'Arizona, ed è direttore associato del
Centro Studi sulla Coscienza. Hameroff descrive il processo in questi
termini:
"Il cuore cessa di battere, il sangue
cessa di fluire, i microtubuli perdono il loro stato quantico.
L'informazione quantistica esistente
all'interno dei microtubuli tuttavia non viene distrutta,
non può essere distrutta, ma si
distribuisce nell'universo."
La fisica quantistica ha dimostrato che la
nostra percezione di noi stessi come esseri fisici circondati da un mondo
pieno di oggetti fisici in un universo pieno di altri mondi fisici non è che
un'illusione. C'è così tanto spazio tra gli atomi che
se ipoteticamente lo stesso spazio fosse eliminato,
tutta la 'materia' nell'Universo risulterebbe non più grande di una pallina
da golf. L'unica ragione per cui siamo in grado di camminare su un
marciapiede senza cadere attraverso il tessuto dello spazio è ascrivibile
alla risoluzione tra diverse frequenze e vibrazioni atomiche,
come ebbe ad asserire anche Nikola Tesla. Il fenomeno ricorda quello
per cui i 24 fotogrammi al secondo proiettati su uno schermo cinematografico
creano l'illusione della realtà dopo che i nostri cervelli si occupano di
riempire gli spazi vuoti. Il mondo intorno a noi non è
che un ologramma che i nostri cervelli percepiscono tramite una
coscienza; una coscienza che esisteva già eoni prima della nostra nascita.
La teoria biocentrica di
Lanza "insegna che la vita e la coscienza sono fondamentali per
l'Universo. E' la coscienza che crea l'universo
materiale, non l'opposto."
Ecco qualche passo a firma del prof. Lanza:
"Tradizionalmente gli scienziati hanno fatto
riferimento all'anima in un contesto materialistico, trattandola come una
sorta di sinonimo poetico della mente. Tutto ciò che concerne l''anima'
può essere compreso solo attraverso lo studio del funzionamento del cervello
umano. A loro avviso le neuroscienze sono l'unica disciplina scientifica
rilevante ai fini della comprensione dell'anima. Il concetto di anima è
respinto quale oggetto di fede religiosa, oppure ridotto a mera componente
psicologica la quale plasmerebbe la conoscenza e comprensione del mondo
osservabile. Dunque i termini 'vita' e 'morte'
sarebbero equivalenti alle nozioni di 'vita biologica' e 'morte biologica.'
Al contrario, nella gran parte delle tradizioni spirituali e
religiose l'anima è enfaticamente considerata un elemento definitivo;
è l'essenza incorporea di una persona o una cosa viva, e si dice che sia
immortale e che trascenda l'esistenza materiale."
"L'attuale paradigma scientifico non
riconosce tale dimensione spirituale della vita. Il principio
animatore negli esseri umani e negli animali è dato dalle leggi della
fisica. Mentre sono seduto qui nel mio ufficio, circondato da pile
di libri scientifici e articoli di riviste, non riesco a trovare lo
straccio di un riferimento all'anima, allo spirito, o a qualsiasi
nozione riguardante un'essenza eterna, immateriale, che occupi il nostro
essere. In effetti l'anima non è mai stata esaminata con un microscopio
elettronico, né infilata in una provetta ed in un'ultra-centrifuga.
Secondo questi libri nulla sopravvivrebbe al corpo
umano dopo la morte. Mentre le neuroscienze hanno fatto enormi progressi
illuminando il funzionamento del cervello, il perché noi tutti viviamo
un'esperienza soggettiva rimane un mistero. Il problema dell'anima è
sintetizzabile proprio nella comprensione della natura del Se, l'Io che
sente e vive la vita. Ma
questo non è un problema che riguardi solo la biologia e le scienze
cognitive; abbraccia la filosofia naturale occidentale nella sua
interezza."
"La nostra attuale visione del mondo -
il mondo ingenuo dell'obiettività e del realismo - sta iniziando a
denotare molte crepe. Naturalmente, ciò non sorprenderà molti filosofi e
persone di cultura che contemplino le opere di uomini come Platone,
Socrate e Kant, e quelle di Buddha e altri grandi maestri spirituali che
hanno trascorso l'esistenza interrogandosi sul rapporto esistente tra
l'universo e la mente umana."
"Recentemente il biocentrismo e
altre teorie scientifiche hanno sfidato il tradizionale modello materialistico
della realtà. Da qualsiasi angolazione lo si esamini il vecchio paradigma
conduce a enigmi insolubili, idee in definitiva piuttosto irrazionali. Ma la
nostra visione si prefigge di restare al passo con i fatti;
il vecchio paradigma fisico-chimico dovrebbe essere
rapidamente sostituito da un paradigma che sia capace di rapportarsi ad alcune
delle domande fondamentali poste in ogni religione: Esiste un'anima? Le
ingiurie del tempo sono superabili? La vita e la coscienza rappresentano il
punto centrale di questa nuova visione dell'essere, della realtà e del cosmo.
Benché l'attuale paradigma scientifico si basi sulla convinzione che il
mondo esista a prescindere dall'osservatore obiettivo, una serie di esperimenti
scientifici hanno suggerito l'esatto opposto. Siamo
convinti che la vita sia solo l'attività di atomi e particelle che girano
intorno per un po' per poi dissiparsi nel nulla come un mucchio di polvere. Ma
se nell'equazione si aggiunge il parametro della 'Vita', di colpo diventa
possibile spiegare alcuni dei principali enigmi della scienza moderna, tra i
quali il principio di indeterminazione di Heisenberg, l'esperimento della doppia
fenditura e la messa a punto delle leggi che modellano l'universo come lo
percepiamo."
"Bisogna sottolineare che tutto ciò incide
direttamente sulla questione se gli esseri umani e le altre creature
viventi abbiano un'anima. Come Kant sottolineò oltre 200 anni fa,
tutto ciò che sperimentiamo - compresi i colori,
le sensazioni e gli oggetti che percepiamo - in realtà sono solo
rappresentazioni che hanno luogo all'interno della nostra mente. Lo
Spazio e il Tempo sono semplicemente degli strumenti che la mente usa
per assemblare il tutto.
Ora, con gran soddisfazione degli idealisti, gli scienziati stanno
iniziando a vedere come tali norme potrebbero rendere possibile
l'esistenza. Un punto sembra appurato: la
natura dell'universo non può essere separata dalla natura della vita
stessa. Se li si separasse, infatti, la realtà cesserebbe di esistere."
Insomma, la fisica
quantistica e la teoria del biocentrismo
si combinano per formare un modello elegante che comprende non solo il
fenomeno della vita e dell'aldilà, ma anche fenomeni 'paranormali' come le
esperienze di pre-morte (NDE) e di medianità. Alcuni degli esempi più
sorprendenti possono riscontrarsi nelle incredibili esperienze di persone
come la dott.ssa Jill Bolte Taylor, dopo che fu colta da ictus; così come la
profonda esperienza di pre-morte vissuta da Anita Moorjani e le meravigliose
capacità medianiche di Teresa Caputo, in grado di comunicare con la
coscienza intelligente di persone che hanno lasciato il mondo fisico.
I Sette Principi del
Biocentrismo
La teoria biocentrca si fonda su 7 principi:
Primo Principio: Ciò che percepiamo
come 'realtà' è un processo che coinvolge la nostra coscienza.
Secondo Principio: Le nostre percezioni
interiori ed esteriori sono inestricabilmente intrecciate. Sono diverse
facce della stessa medaglia e non possono essere separate l'una dall'altra.
Terzo Principio: Il comportamento delle
particelle subatomiche che formano le cose 'materiali' è indissolubilmente
connesso alla presenza di un osservatore. Senza la presenza di un
osservatore cosciente, nel migliore dei casi esisterebbe solo uno stato
indeterminato di onde di probabilità.
Quarto Principio: In assenza di
coscienza, la 'materia' abita in uno stato indeterminato di probabilità.
Ogni universo che potrebbe aver preceduto la coscienza esisteva solo in uno
stato di probabilità.
Quinto Principio: La struttura
dell'universo è spiegabile solo attraverso il biocentrismo. L'universo è
fatto per la vita, il che attribuisce un senso compiuto all'affermazione che
sia la vita a creare l'universo, non il contrario. L'universo è
semplicemente la completa logica spazio-temporale del Se.
Sesto Principio: Il tempo non esiste al
di fuori della percezione sensoriale biologica. E' il processo attraverso
cui possiamo percepire i cambiamenti nell'universo.
Settimo Principio: Lo spazio, proprio
come il tempo, non è un oggetto né una una cosa. Lo spazio è un'altra forma
della nostra comprensione biologica e non possiede una vita indipendente.
Portiamo in giro con noi lo spazio e il tempo come le tartarughe portano con
se i loro gusci. Pertanto non esiste un'assoluta, auto-esistente matrice in
cui si verifichino eventi fisici indipendentemente dalla vita.
Traduzione e sintesi a
cura di Anticorpi.info
●
Per molti scienziati, il concetto di
vita ultraterrena è una sciocchezza, mentre per altri semplicemente non è
dimostrabile. Eppure c’è un esperto, il Professor Robert Lanza, che
spiega perché la morte non esiste.
Egli sostiene di avere le prove per confermare
la "continuità della vita dopo il decesso del corpo” e che questa conferma si
trovi nella fisica quantistica. La
“teoria del biocentrismo”, sostenuta da Lanza, afferma che la morte come noi la
conosciamo, è un’illusione creata dalla nostra stessa coscienza. Egli ritiene
che è la nostra coscienza a creare l’universo, e non il contrario, e
una volta che accettiamo che spazio e tempo siano solo “strumenti della nostra
mente”, la morte non può esistere in alcun senso reale.
“Pensiamo che la vita sia
solo l’attività degli acidi nucleici e delle proteine? Viviamo un po’ per poi
marcire nel terreno?”, ha scritto lo scienziato, in modo provocatorio, sul
suo sito web. Lanza – attualmente direttore scientifico presso l’Advanced
Cell Technology e professore aggiunto alla Wake Forest University
School of Medicine nel North Carolina – ha proseguito spiegando, che come
esseri umani noi crediamo nella morte, perché ci è stato insegnato che si muore,
o più precisamente, la nostra coscienza associa la vita al corpo fisico… e
sappiamo che i corpi, prima o poi, muoiono.
Il Professor Robert Lanza spiega questa teoria
nel suo libro “Biocentrismo: come la
vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la vera natura dell’Universo”.
La sua teoria del biocentrismo, spiega che la morte non può rappresentare un
punto d’arrivo, una fine. Il biocentrismo è il credere che la vita e la
biologia siano centrali nella realtà, e che siano queste a creare l’universo,
non il contrario. Ciò suggerisce, quindi, che sono le coscienze stesse
delle persone a determinare forma e dimensioni degli oggetti nell’universo.
“Quello che vediamo non
potrebbe esistere senza la coscienza”, ha spiegato Lanza. “La nostra
coscienza ha un proprio senso del mondo”. Osservare l’universo dal
punto di vista della biocentrica, significa anche considerare che spazio e tempo
siano solo semplici strumenti della nostra mente. Secondo le
considerazioni relative agli esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra
esperienza sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si
verificano nella nostra mente. Se questa concezione di spazio e tempo
viene accettata, significa allora che la morte non esiste.
Allo stesso modo, i fisici
teorici sostengono che ci sia un numero infinito di universi, che coesistono
contemporaneamente, con diverse varianti relative a persone e situazioni. Lanza
ha aggiunto, che tutto ciò che può accadere e accade in questi diversi universi,
ha a che fare col fatto che la morte non può esistere in “alcun senso reale”.
Lanza, ha anche affermato che quando moriamo, la nostra vita diventa un
“fiore perenne che torna a fiorire nel multiverso”, e che
“la vita è un’avventura che trascende il nostro
modo ordinario di pensare”.
Lanza ha citato il
famoso “esperimento
della doppia fenditura” per spiegare le sue affermazioni: quando
gli scienziati guardano un passaggio di particelle attraverso due feritoie, la
particella passa attraverso una fenditura o l’altra. Se invece nessuno osserva,
la particella si comporta come un’onda, che può passare attraverso entrambe le
fenditure contemporaneamente. Questo significa che i cambiamenti di
comportamento della particella, sono determinati dalla percezione delle persone
presenti, e dal fatto che queste stiano osservando o meno. Questo dimostra che
la materia e l’energia hanno un comportamento che è connesso alla percezione e
alla coscienza delle persone.
*Robert Lanza, è
attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore
aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine. Ha pubblicato
centinaia di articoli scientifici e realizzato numerose invenzioni. Ha scritto,
fino ad ora, più di 30 libri, tra i quali “Principles of Tissue Engineering”
(Principi di ingegneria dei tessuti) e “Essentials of Stem Cell Biology”
(Fondamenti di biologia delle cellule staminali), due pubblicazioni riconosciute
come riferimenti definitivi in campo scientifico.
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Articolo in
lingua inglese per ulteriori dettagli (vedi)
Fonte:
ilnavigatorecurioso.myblog.it
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La
“vita dopo la morte” è inevitabile
La “nuova fisica” afferma, grazie a semplici deduzioni logiche e
matematiche, che la “vita dopo la morte” è inevitabile.
La lettura che segue è un efficace
compendio delle nuove acquisizioni a cui ci sta conducendo la cosiddetta “nuova
fisica”, figlia di una scienza senza condizionamenti o paraocchi
ideologici, né di stupidi e sorpassati pregiudizi materialistici, ormai stantio
retaggio ottocentesco. Questa “gemma” che contiene la sintesi
scientifica fatta dal fisico teorico “Frederik Van Der Veken” ci conduce ad
implicazioni davvero fondamentali per la nostra esistenza ed il nostro modo di
guardare alla vita, che in futuro certamente modificheranno
radicalmente culture, costumi, mentalità e modi di vivere.
Nel corso degli ultimi cento
anni abbiamo assistito a grandi cambiamenti nei paradigmi scientifici, e
numerose grandi scoperte hanno scosso le fondamenta del nostro modo di vedere la
realtà, al punto che alcune di esse possono sembrarci addirittura
fantascientifiche. Oggi, noi sappiamo che la materia è costituita per il
99% da spazio vuoto e che le particelle quantistiche sono punti
zero-dimensionali. E’ verificabile sperimentalmente che il viaggio nel futuro è
possibile viaggiando ad altissime velocità, e che esistono particelle
quantistiche in grado di “teletrasportarsi” attraverso muri impenetrabili e di
essere in due posti contemporaneamente, o di cambiare il proprio comportamento
in presenza di un osservatore cosciente.
La meccanica
quantistica è molto di più di un insieme di teorie ed interpretazioni,
essa ci fornisce l’innegabile prova che tutto ciò che conosciamo, le
opere e l’esperienza, si struttura in modi che potremmo definire decisamente
surreali! Ed esistono altri campi della scienza che ci fanno riflettere
a fondo circa il vero senso e la vera natura della realtà.
Anche le neuroscienze, che
studiano il nostro sistema nervoso, ci inducono a riflessioni profonde sul
mistero più grande e tuttora irrisolto della scienza:
la Coscienza.
Il concetto di
Coscienza proposto nel corso del 2012, è che essa sia il risultato delle
scariche elettriche che si verificano nel sistema nervoso e lo fanno funzionare;
quando questa attività diventa irregolare o insolita, a causa, ad esempio, di
lesioni cerebrali, noi sperimentiamo le cose in maniera diversa dal solito.
A questo proposito, esiste una
malattia rara che può verificarsi come conseguenza di emicrania e diabete e che
si chiama “sindrome di Capgras” (detta anche “sindrome del sosia”), che fa sì
che chi ne è colpito si convinca profondamente che tutti i propri cari,
familiari ed amici, siano degli impostori o dei sosia che fingono. Per il resto
essi si comportano in modo del tutto normale, ma anche di fronte a ragionamenti
logici, ferrei, fatti loro per dimostrare che parenti e amici non sono affatto
degli impostori, essi continuano ad articolare altrettanti complessi
ragionamenti, per spiegare in che modo quegli “impostori” si siano sostituiti ai
propri familiari.
Altri disturbi, invece, possono
causare nei pazienti la perdita della capacità di descrivere o percepire la metà
destra del volto delle persone. Tuttavia questi individui non essendo
consapevoli di questa loro condizione, di conseguenza non la considerano affatto
una malattia. Noi siamo sempre convinti che le nostre capacità
matematiche e razionali ci permettano di fare distinzioni oggettive, e che il
nostro intelletto sia il “motore” delle nostre incredibili conquiste
scientifiche e del nostro progresso tecnologico: ciò è certamente vero, ma le
stesse capacità intellettuali che possediamo in vario grado, possono portarci
anche a vivere in una “realtà di pure illusioni” e a restare bloccati in essa,
proprio come accade ai malati della sindrome di Capgras.
In altre parole, possiamo dire che sono i
modelli alla base della nostra coscienza a definire la nostra percezione
dell’intera realtà. Inoltre, sembra che la nostra coscienza funzioni
più come un orologio digitale che come uno analogico: la nostra
“esperienza” non si realizza come un flusso continuo e costante, ma può essere
invece suddivisa – in modo discreto – in “quanti di tempo”,
equivalenti a intervalli di 42 millisecondi, ciascuno dei quali corrisponde a un
“momento di coscienza”. Questo processo si chiama “quantizzazione”, e
significa che qualcosa può essere suddiviso fino a giungere ai più piccoli
blocchi che compongono l’intero “edificio”.
Ogni
stato di coscienza consiste di un certo numero di informazioni che potrebbero,
teoricamente, essere registrate in un “disco rigido”; cosa che
tuttavia non è ancora alla portata delle odierne conoscenze. Nonostante ciò, si
sta assistendo nei laboratori di tutto il mondo ad enormi progressi nel campo
della ricerca finalizzata alla creazione di un simulatore del cervello umano,
che sia il più perfetto possibile.
Ad oggi non sono state ancora
assorbite completamente dall’opinione pubblica alcune delle più grandi e
sconvolgenti scoperte della ricerca scientifica del secolo scorso, e quello che
la scienza ha scoperto nel campo della conoscenza della coscienza umana negli
ultimi decenni, sta appena iniziando a farsi strada, faticosamente, tra le tante
informazioni senza importanza che ogni giorno ci vengono propinate.
Ciò che
la scienza sta scoprendo sulla coscienza umana, cambierà di sicuro, in futuro,
il nostro modo di guardare la vita…
Nel 2007 il pioniere
della ricerca sulle cellule staminali “Robert Lanza”, seguendo le
semplici evidenze che i nostri sensi ci rimandano ogni giorno, ha
elaborato una teoria che postula che il tempo, lo spazio ed anche la nostra
intera realtà, non sono affatto ciò che da sempre crediamo siano.
Sebbene ancora incompleta, questa teoria è stata accettata come
promettente e foriera di futuri rivoluzionari sviluppi da molti fisici premi
Nobel e dagli astrofisici della NASA.
Questa teoria, detta
del “biocentrismo”, descrive la realtà come un processo che coinvolge
profondamente la nostra coscienza, e spiega che senza
l’intervento di questa, tutta la materia si trova in uno stato indeterminato di
probabilità, che il tempo non ha esistenza reale e lo spazio è solo un
concetto che usiamo per dare un senso alle cose. Se guardiamo alla meccanica
quantistica e alle neuroscienze per riempire i vuoti di questa teoria,
tutto ciò che ci rimane altro non sono che “stati quantizzati” di coscienza; la
realtà, come la conosciamo, in sostanza non esiste, e se avesse un qualsiasi
tipo di esistenza che si potesse “visualizzare”, essa si presenterebbe ai nostri
ipotetici occhi come un mare infinito di informazioni statistiche, nelle quali
tutte le probabilità esistono contemporaneamente.
Immaginare tutte queste probabilità in uno spazio
zero-dimensionale e senza tempo non è facile per noi e la nostra mente, che per
l’appunto è “spazio-temporale”. Forse quindi non riusciremo mai a capire cosa
sia veramente la realtà. Ciò che “esiste”, sono i “blocchi” di
informazioni che descrivono i momenti di coscienza che noi sperimentiamo di
volta in volta. Nella meccanica quantistica è stata elaborata la
“teoria dell’universo olografico”, secondo la quale l’intero universo può essere
visto come una struttura bidimensionale, contenente tutte quelle informazioni
che a noi sembra di percepire in maniera tridimensionale. In questo modello
della realtà, tutta l’esistenza è codificata nei “momenti quantizzati di
coscienza” che contengono tutte le nostre esperienze.
Ogni momento di
coscienza è una realtà in sé; la nostra esperienza del tempo è continua
e lineare, ma ogni momento di coscienza contiene un diverso insieme di
memorie ed esperienze, indipendentemente dalla nostra percezione della “linea
temporale”. Domani potrebbe accadere prima di ieri! Dai nostri ricordi
dipendono le informazioni codificate in ogni istante di coscienza ed essi
possono dirci “solo qualcosa” circa la realtà che viviamo in quel dato momento;
la percezione del tempo come una “continuità” è,
in realtà, un’illusione. Per questo l’astrofisico della NASA
“David Thompson” ha definito la teoria di Lanza una “sveglia” data all’umanità,
che soggiace dormiente nell’illusione di una realtà percepita come
spazio-temporale.
Quando, nello studio
del Big Bang, osserviamo le particelle quantistiche “saltare avanti e indietro
nel tempo”, non dobbiamo allora intestardirci a mantenere l’arroganza di
presumere che il tempo si muova solo in avanti ed in linea retta, classificando
queste come “insolite anomalie temporali”. In realtà non vi è alcuna
indicazione del fatto che la nostra percezione e la nostra memoria definiscano
la direzione del tempo. Tutto ciò sembra piuttosto suggerire che la
nostra realtà sia sempre sul punto di disintegrarsi completamente o che, almeno,
in qualsiasi momento essa sia altamente incoerente e casuale. Ma il
motivo per cui noi sperimentiamo un mondo rigido, con leggi naturali
profondamente strutturate, è che modelli coerenti evolvono secondo principi
matematici.
Le leggi secondo le quali noi
realizziamo la nostra realtà, sono semplicemente quelle più probabili a
realizzarsi fra le infinite altre. Del resto, modelli strutturati e coerenti si
possono trovare anche nel caos, essi sono necessari all’esistenza della
coscienza; la realtà che viviamo si evolve lungo i rami più probabili del nostro
modello specifico. Se i disturbi neurali come la sindrome di Capgras ci hanno
insegnato qualcosa, è che abbiamo una capacità incredibile di razionalizzare le
stranezze nella nostra realtà. C’è una evidenza, però, che diventa
difficile confutare: il modello dei momenti quantizzati di esperienza è
intrinsecamente infinito e, statisticamente, dunque, una “vita dopo la morte” è
semplicemente inevitabile.
Articolo di Frederik Van Der Veken
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